Se non amate particolarmente il sapore un po acquoso e insipido del chayote, potreste ricredervi dopo un viaggio in Costa Rica. Qui il Sechium edule, coltivato pressoché ovunque nel paese, dall’orto di casa fino ai grandi appezzamenti destinati all’esportazione, è considerato un vero e proprio elemento fondamentale della cucina nazionale, con tanto di Fiera del Chayote, che ogni anno vede espositori e venditori esporre i propri prodotti in un grande e curioso mercato. Se viaggiate in Costa Rica troverete l’onnipresente chayote sia nelle spartane “Soda”, sorta di trattorie dove vengono serviti i piatti tipici, sia nei ristoranti più eleganti, dove i giovani cuochi escogitano nuove ricette per dare un tocco elegante alla verde zucchina coltivata in centro America fin dai tempi di Maya e Atzechi. Il picadillo de chayote accompagna quotidianamente i pasti di un Costaricense che si rispetti: si tratta, in generale, di un piatto costituito da verdure tagliate a piccoli cubetti (da picar, tagliuzzare) cucinate con spezie e aromi e accompagnato da riso e tortillas.
Alla Fiera Nazionale del chayote però, troverete varianti di ogni genere. Innanzitutto un picadillo piccante e unito a carne macinata viene utilizzato per ripieni di empanadas, sorta di piccoli calzoni realizzati solitamente con farina di mais. Ad Ujarrás, il paese dove ogni anno si celebra la manifestazione, che conta centinaia di partecipanti, il sostegno della Camera di Commercio e dalla Camera degli Esportatori di Costa Rica, con tanto di pagina fb e pubblicità a livello nazionale, gli organizzatori celebrano il chayote con una serie di stand a tema che propongono variazioni sull’uso che vanno dalle marmellate, ai dolci e a sorta di panini salati ripieni di chayote speziato, a piatti di chayote con uova fritte. Il vegetale contiene pochissime calorie, vitamina c ed antiossidanti, cuoce velocemente e tende ad assorbire il sapore degli ingredienti con cui viene cucinato, costituendo quindi una buona base per i piatti più impensati.
La Fiera si celebra tra giugno e luglio, periodo di maggiore produzione del vegetale che dà lavoro a quasi diecimila persone, e propone ogni anno una serie di “novità” nella realizzazione di piatti con il chayote, e, a giudicare dalla varietà, si deduce che l’insipida zucchina si presta in realtà a molteplici esperimenti. Per esempio, cucinando a fuoco lento un chayote tagliato a piccoli pezzi con aglio, cipolla e brodo di verdure e poi frullandolo si ottiene una deliziosa crema da servire con crostini di pane. Altra variante particolare si ottiene tagliando a metà il chayote, votandolo e facendolo cuocere in una padella con un poco di acqua con l’interno rivolto verso il basso. Successivamente si prepara un ripieno di formaggio fresco tagliato a pezzetti e condito con aglio e foglie di coriandolo fresco (che normalmente gli europei preferiscono sostituire con il prezzemolo) con cui si riempiono le metà del chayote, per poi passarle brevemente in forno a gratinare. Insomma, ci si può sbizzarrire cucinando il chayote in mille modi, e servendolo sempre, come dicono qui, con mucho amor.