Si è svolta recentemente a San Josè, capitale della Costa Rica, una conferenza internazionale di grande rilievo culturale ed economico durante la quale il presidente uscente Luis Guillermo Solis e il nuovo presidente eletto Carlos Alvarado hanno affrontato il tema dello sviluppo economico del paese in presenza del premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz.
Stiglitz, che ha studiato nuovi schemi di crescita che si possano combinare favorevolmente con la ricerca di uguaglianza sociale, ritiene che la Costa Rica possieda le condizioni necessarie per poter avanzare in questa direzione. Secondo l’economista gli Stati Uniti non possono essere considerati un esempio economico positivo perché il modello capitalista non solo ha causato un aumento della disuguaglianza ma non ha generato un accrescimento economico sostenibile.
Stiglitz ritiene invece che in Costa Rica ci siano le condizioni economiche, sociali e di cooperazione per sviluppare un modello alternativo di “economia sociale” capace di sostituire efficacemente quello capitalista nordamericano dove coesistono per esempio un sistema sanitario eccellente e un’aspettativa di vita inferiore alla media dei paesi sviluppati a causa di una serie di problemi sociali (droga, alcol, disoccupazione, povertà, carenze scolastiche) cui lo Stato non riesce a fare fronte.
In Costa Rica la cultura cooperativa è molto diffusa e potrebbe essere la chiave di lettura di una nuova direzione da intraprendere per creare uno sviluppo armonico tra il benessere delle presone, lo sviluppo delle piccole comunità e quello dell’economia del paese, con l’obiettivo fondamentale del raggiungimento di un equilibrio tra l’uguaglianza sociale e la crescita produttiva.
Il presidente Solis, appoggiato dal nuovo eletto Alvarado, ha sottolineato che il paese si trova ad un bivio fondamentale per l’economia, non solo per il cambio di governo ma per quello che ha definito un “momento storico nel quale lo stato sociale e la sua economia si sono trasformate in uno schema non sostenibile e che sia necessario riflettere sulla direzione che l’economia costaricense ha intrapreso…“, osservando come Costa Rica sia un paese che in passato ha dimostrato la capacità sociale e culturale di saper scegliere le alternative migliori, come quella, avvenuta nel 1948, di rinunciare all’esercito, nella convinzione che un paese non abbia bisogno di un apparato militare per vivere in pace ma di migliori strutture sociali, sanitarie ed educative.