La Costa Rica ha da tempo guadagnato la reputazione di essere un paese attento alle tematiche ambientali e attivamente coinvolto nella conservazione del proprio patrimonio naturale. Nonostante luci ed ombre, soprattutto negli ultimi anni, il paese è ancora considerato un pioniere in questo campo, che restando nell’ambito del turismo, ha determinato la creazione di una fitta rete di attività di tipo più o meno ecoturistico anche nelle zone interne del paese.
La Costa Rica è effettivamente il luogo ideale per i viaggiatori che sono innamorati dell’ambiente, del paesaggio e delle bellezze naturali, soprattutto per la sua interazione tra lussureggianti e indisturbate foreste primarie, paesaggi marini e montuosi, sistemi pluviali imponenti ed aree protetta estese per estende per oltre 1 milione di ettari.
Gli ecoturisti che attraversano queste terre vi trovano numerosi e distinti ecosistemi che ospitano, solo per fare degli esempi, più di 500 specie di alberi e 200 specie di felci, 300 tipi di orchidee, 400 tipi di uccelli, 600 di farfalle, 100 di mammiferi e 120 di rettili e anfibi! Tutto questo su una superficie relativamente piccola e in un contesto in genere facile da esplorare.
Non c’è nessun alcun paese al mondo con queste caratteristiche.
L’ecoturismo, tuttavia per i modi in cui spesso si manifesta, appare una parola buffa e almeno contraddittoria. E ‘stato definito come “turismo responsabile in aree naturali che conservano l’ambiente e sostenere il benessere delle popolazioni locali.“
Ma nei fatti è davvero all’altezza del suo nome questa definizione? È davvero questo turismo così responsabile e attento nei confronti dell’ambiente ed in grado di aiutare i viaggiatori a comprendere e rispettare la madre terra; è davvero in grado di promuovere la conservazione? E davvero fa beneficiare la gente del posto dei flussi turistici così come pretende di fare? Il turismo può, in qualsiasi forma, essere realmente di basso impatto? Come non vedere i danni che produce un branco di visitatori nella foresta nubiosa primaria e il disturbo che determinano al suo equilibrio fragile; e poi, tutti coloro che vengono qui lo fanno davvero per capire dove sono e cosa fanno? Che dire poi dei tanti eco-lodge, eco-hotel, costruiti spesso sui bordi di queste aree protette, ? Come possono non provocare un qualche tipo di ripercussione?
Il turismo, anche quello eco, sfrutta sempre la natura, nonostante, nel migliore dei casi, cerchi di coltivare un rapporto equilibrato tra natura, cultura e viaggiatori. Per avere successo però, al di la delle buone intenzioni, l’ecoturismo deve anche essere in grado di sopravvivere sotto il profilo economico, ha bisogno di essere compreso ed accettato dal popolo indigeno nativo, e deve essere davvero ecologicamente responsabile.
Altrimenti resta solo una formula vuota .
Alcune comunità invece assumono la strada sbagliata e diventano avide di facili ed immediati guadagni quando si confrontano con il mondo esterno, soprattutto con gli stranieri. E gli investitori, anche coloro che hanno veramente cura per l’ambiente, hanno spesso una conoscenza troppo superficiale della realtà per realizzare pienamente ciò che può essere fatto ed evitare ciò che non può.
L’ ecoturismo in Costa Rica si sviluppa intorno ad alcuni ecosistemi che hanno mantenuto la stessa struttura per migliaia di anni ed i cambiamenti rapidi come quelli indotti dal turismo possono essere davvero nocivi .
Credo che più ricerca e più sforzi devono essere fatti nella giusta direzione. E’ tempo che il governo adotti misure più severe penalizzando le imprese che non rispettano un chiaro e restrittivo indirizzo ecologico. Le comunità locali possono svolgere un ruolo importante nell’ ecoturismo, ma devono essere prima educate e l’ecoturismo dovrebbe essere presentato a loro come qualcosa da cui tutti noi possiamo beneficiare, piuttosto che qualcosa che viene imposto a loro come una formula vuota o un modo per fare facili guadagni .