La Cucurbita ficifolia, chiamata in Costa Rica Chiverre, è una cucurbitacea molto usata in gastronomia, una specie di grande zucca verde con striature bianche che matura nel periodo di Pasqua. In America centrale e meridionale viene utilizzata per fare marmellate e composte poi utilizzare per farcire dolci e empanadas. In Argentina si chiama alcayota, in Bolivia Lacayote, in Brasile Gila cayota e in Honduras Chiverro.
In primavera, nella zona di Zarcero, nella parte centrale del paese, le strade sono segnate sui lati da centinaia di chiverre pronte per la vendita. Il paesaggio verdissimo di alberi e pascoli è meraviglioso, ma l’attenzione si ferma inevitabilmente sui chiverre giganteschi ad ambo i lati della strada statale.
Viene da pensare che ci sia stata una pioggia di chiverre. In alcuni punti un cartello ne indica il prezzo, i più economici vengono venduti a tre dollari. A Zarcero si svolge ovviamente ogni anno la Fiera del Chiverre. I produttori locali espongono e vendono i loro frutti e le marmellate, i biscotti e persino una specie di succo, che non si poteva chiamare se non “vino di chiverre”.
Qui la relazione Settimana di Pasqua – empanadas di chiverre è sacra. L’empanada si realizza con un morbido impasto di farina burro e uova, cui si da forma di piccoli dischi, al centro dei quali si pone un poco di “miel” di chiverre (miel corrisponde a marmellata) e si chiudono come piccoli calzoni. I maestri delle empanadas le cuociono ovviamente nel forno a legna. I mariti pelano il chiverre con il machete, le mogli si occupano di cucinarlo, lo tagliano a pezzi e ne estraggono l’interno. Lo scarto è molto, ma necessario. Un chiverre di sedici chili servirà per produrre circa cinque chili di marmellata.
Il sistema di estrazione della polpa non prevede l’uso di oggetti metallici, deve essere fatto a mano, perché solo con le mani si può avere l’attenzione necessaria per togliere tutti i semi e i filamenti che altrimenti renderebbero amara la marmellata. La parte utilizzata viene tagliata a pezzettini e fatta asciugare, poi cucinato in grandi pentole con “tapa dulce” (la prima spremitura dello zucchero di canna) e foglie di fico, chiodi di garofano e bucce di arancia, fino a che, dopo circa cinque ore, si sarà trasformato in una deliziosa marmellata.