Il Canale di Nicaragua: un disastro annunciato.

4

Pubblichiamo oggi la seconda parte dell’articolo che racconta dell’improvvida decisione di realizzare il Canale di Nicaragua, immenso duplicato del Canale di Panama che il governo Nicaraguense intende realizzare col sostegno della Cina, in spregio a qualsiasi valutazione di impatto ambientale. La prima parte della statori la abbiamo pubblicata qualche giorno fa. 

——

Il Canale del Nicaragua dovrebbe essere tre volte più lungo di quello di Panama (che misura 75 km) e sfruttare la presenza di vari fiumi e del lago del Nicaragua, largo circa 64 km. I fiumi però dovranno essere dragati e bisognerà creare un sistema di chiuse per alzare le navi fino al livello del lago Nicaragua, che si trova a 33 metri sul livello del mare. Il lago Nicaragua, la più grande fonte di acqua dolce dell’America Centrale, non è abbastanza profondo per la navigazioni delle grandi navi e quindi dovrà essere dragato. Mentre la salinizzazione delle acque è certa,  lo smaltimento del materiale di scavo rimane ancora un mistero…

Canale Nicaragua 4Il progetto del canale prevede una spesa di quasi cinquanta miliardi di dollari, spesa che evidentemente nasconde la presenza del governo cinese alle spalle della pur ricca impresa di Jing: l’espansione cinese in America Latina sta percorrendo le strade del petrolio venezuelano, dei minerali peruviani e del ferro brasiliano, lo sfruttamento della foresta ecuadoriana, commerci e scambi che necessitano di porti e basi strategiche di controllo. Opporsi ad Ortega non è facile: il presidente dittatore ha dalla sua la Chiesa, il mondo degli affari e l’esercito e di fronte un paese la cui maggioranza della popolazione vive di espedienti, e’ indigente e semianalfabeta ed addestrato a sostenere chi sia abile a promettere miglioramenti economici, lavoro e un futuro radioso.

Gli scienziati avvertono che il Canale potrebbe devastare alcune delle aree più fragili e incontaminate del Centro America: secondo uno studio scientifico indipendente, il progetto distruggerà 400.000 ettari di zone umide e foreste pluviali tra le più ricche di biodiversità al mondo. Sarà inoltre necessario confiscare una grande quantità di terra della popolazione indigena e, secondo l’Accademia della Scienza del Nicaragua, molti fiumi e lo stesso lago Nicaragua sarebbero compromessi; persino l’isola vulcanica di Ometepe, una Riserva mondiale della Biosfera, sarebbe messa a rischio. La presenza di numerose specie animali sarebbe in pericolo: giaguari, puma, tapiri, scimmie, formichieri, cervi, bradipi e lamantini, già a rischio di estinzione, vedrebbero scomparire il proprio ambiente naturale. Il Nicaragua è il secondo paese più povero delle Americhe, con il 48% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà e ben l’80% della popolazione che si sostiene con meno di 2 dollari al giorno: questo contesto sociale permette facili giochi di potere ma fortunatamente un’ampia fascia della popolazione sta comprendendo la gravità dell’opera del governo e si sta muovendo per contrastarla. L’opinione pubblica in Costa Rica e’ avversa alla costruzione del Canale, ma questo viene interpretato dal Nicaragua come un’inevitabile conseguenza delle poco amichevoli relazioni diplomatiche tra i due paesi e derisi dalla propaganda nicaraguense come conseguenza dell’invidia Costarricense verso il fratello povero di sempre che ora si riscatterà con il progetto faraonico del Gran Canal.

canal_de_NicaraguaLa Fundación Del Rio para la Conservación y el Desarrollo del Sureste de Nicaragua sta guidando un movimento popolare contrario al Gran Canal e agli espropri delle terre. Si sono verificate molte proteste nelle zone interessate dal progetto e nella capitale del paese: “fuori i cinesi dal Nicaragua!” si leggeva su cartelli e magliette, ma la vera opposizione dovrebbe avvenire contro le decisioni del governo, dato che i dimostranti gridavano “non venderemo la nostra terra neanche a peso d’oro“, senza considerare che Ortega ha già firmato la concessione al gruppo di Jing perché proceda agli espropri delle terre necessarie alla realizzazione del progetto… La stampa nicaraguense riporta proteste e avvenimenti che pare non indignino n’è il paese n’è la comunità internazionale.

Funzionari della HKND, l’impresa di Jing, scortati da militari dell’esercito nicaraguense, stanno già visitando le case dei campesisnos proprietari delle terre interessate dagli espropri, con documenti che molti si sono rifiutati di firmare, liberatorie per cedere le proprietà a cambio di un risarcimento da concordare.

L’Associazione internazionale ATBC, Asociacion de Biologia Tropical y Conservacion, denuncia l’impatto che la realizzazione del progetto del Gran Canal avrà sull’ambiente, sulla flora, sulla fauna, sugli abitanti e sul clima del Centroamerica e afferma che la costruzione del canale porterà all’allontanamento delle popolazioni locali, contadine e indigene, che abitano la zona della rotta del canale, violando i principi fondamentali della Costituzione del Nicaragua, che riconoscono e garantiscono l’inalienabilità dei territori indigeni e afro discendenti, che non potrebbero essere venduti n’è affittati n’è donati (legge 28/1987 e 445/2003). Dora Maria Tellez, politica nicaraguense e oppositrice di Ortega e del progetto del Gran Canal, fa notare alla stampa che il governo si sta comportando come una ” dittatura elegante” e che i nicaraguensi non sono abituati a reagire alle novità politiche annunciate dai loro governanti, ma che iniziano a reagire quando vedono avvenire i cambiamenti, ovvero le prime espropriazioni delle terre. Ora che dalla costituzione e’ sparita la voce ” diritti di proprietà” degli indigeni, i nicaraguensi scendono in piazza e non firmano gli espropri…. La riforma di Ortega tocca altri punti delicati e gravissimi per l’equilibrio del paese, per esempio abolisce le restrizioni alla presenza di soldati stranieri in Nicaragua.

Le fasi del progetto vengono presentate dal Governo e dalla HKND come il primo grande passo dello sviluppo del paese (potete trovarne la descrizione in www.confidencial.com.ni)

Anche l’associazione italiana Foreste per Sempre, presente in Costa Rica da anni con progetti di riforestazione e salvaguardia dell’ambiente, preoccupata di preservare le foreste, prevenire i cambiamenti climatici, salvaguardare la biodiversità animale e vegetale, curare le riserve d’acqua e di ossigeno del pianeta, sta prendendo parte alla questione del progetto del Gran Canal.

Canale Nicaragua 1In Nicaragua e’ sorto un movimento popolare di opposizione al progetto, la Fundacion del Rio, guidato dall’ambientalista Antonio Ruiz, che sta tentando di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sui rischi di catastrofe ambientale che potrebbero derivare dalla realizzazione di questo ambizioso progetto. Dario Sonetti, biologo e coordinatore di Foreste per Sempre, attivo e conosciuto in Costa Rica per la realizzazione della Stazione Bioclimatica Riserva Karen, dove si lavora alla ricerca bio climatica in relazione alla vita di piante ed animali, si sta adoperando per appoggiare e diffondere anche in Italia le informazioni necessarie per affrontare l’opposizione al progetto. Attualmente Foreste per sempre sta partecipando alla protezione di una riserva presente lungo il rio San Juan: 120 ettari di foresta, ricchi di biodiversità, ma circondati da coltivazioni di palma da olio che ne minacciano la sopravvivenza. La costruzione del nuovo canale porterà gravissimi problemi ambientali : «Si tratta di un’opera immensa – denuncia Ruiz – che comporta un investimento da parte dei cinesi di più di 40 miliardi di dollari a fronte di una concessione gratuita per 120 anni: è un progetto totalmente a svantaggio dei nicaraguensi, nonostante venga proposto come un grande riscatto per il Paese, al momento tra i più poveri al mondo. Il canale sarà lungo 278 km che verranno scavati attraverso foreste, fiumi e laghi ed espropriando terre alle popolazioni indigene; in questo modo, 400mila ettari di zone umide e foreste pluviali tra le più ricche di biodiversità al mondo potrebbero essere devastate e fiumi e laghi, come il Cocibolca, il più grande lago di acqua dolce presente in Centro America, compromessi».

«Il progetto inoltre – specifica Sonetti – è privo di uno studio di impatto ambientale, documento invece fondamentale, considerando l’equilibrio estremamente delicato che l’ambiente naturale e finora incontaminato del Nicaragua presenta. Per tali motivi – conclude – e per difendere queste aree dove vivono splendidi mammiferi e specie a rischio di estinzione, l’associazione è decisa a lanciare un comitato italiano contro la realizzazione del canale e ad accordarsi con Ruiz riguardo alla nostra presenza sul posto già dalle prossime settimane».

Wang Jing ha assicurato che questa opera milionaria sarà ecologica e rispettosa dell’ambiente: “Vi do la mia parola che il canale del Nicaragua sarà un canale ecologico, amico dell’ambiente”, ha detto durante un incontro a Managua con il presidente nicaraguense Daniel Ortega: una promessa che appare un po’ vaga di fronte alla grandiosità dell’opera e alla mancanza di studi di impatto ambientale…

Sull’argomento è appena apparso un bell’editoriale della Nacion che vi invio a leggere ( ovviamente è in spagnolo)

Condividi

4 commenti

  1. Ciao Luca, è ovvio che le ripercussioni ci saranno ed a livello mondiale, non certo solo della Costa Rica, come ogni opera di quell’impatto costruita dall’uomo in spregio dell’ambiente.

  2. Luca Castagna on

    A questo punto mi sorge spontaneo chiedere se ci potranno , vista la vicinanza , essere ripercussioni anche in CR , a livello ambientale !?

  3. Ciao Alessandro, grazie per la tua testimonianza. La follia umana come ben sappiamo non ha limiti e quel canale sarà fonte di altri grossi guai la cui dimensione al momento nessuno è in grado di valutare.
    Ti aspettiamo ai caraibi
    Cari saluti

  4. Alessandro on

    Salve a tutti , io ora sono in Italia ma ho costruito la mia casetta in C.Rica a Montezuma e ho vissuto 4/5 in loco. Come tutti noi che non abbiamo la residenza ogni tre mesi uscivo per il visto e andavo in Nicaragua da Peña Blanca. Quindi un pochino la zona di cui parliamo la conosco. Ritengo molto pericoloso per quella zona questo progetto sia per la natura che per gli abitanti. Il vero problema però sono i cinesi che se hanno firmato un accordo faranno di tutto per portarlo a termine .Stanno distruggendo il loro paese e non credo che si faranno scrupoli nei confronti del Nicaragua. Scusate ka mia brevifa ma sto scrivendo dal cellulare. Un saluto e complimenti per il vostro blog , sicuramente verrò a troarvi a Puerto . un abbraccio Alessandro