Anna Venturini ci guida alla scoperta della storia dei parchi e delle aree protette della Costa Rica, quali sono stati i primi passi di un paese che è esempio per il mondo sulla strada della conservazione del territorio.
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Quasi il trenta per cento della superficie della Costa Rica e’ costituita da zone protette, da parchi nazionali, aree protette e rifugi di vita silvestre e aree che godono di altre categorie di protezione, sia pubblica che privata. Da molti anni infatti singoli individui o gruppi di privati stanno comprando grandi aree di territorio per destinarla alla conservazione o a progetti di reforestazione. Il governo insieme a diverse iniziative private stanno infatti lavorando perché più della quarta parte del territorio venga destinato ad aree protette, una percentuale ineguagliata nel mondo.
Il cammino che ha condotto a questa coscienza sociale non è stato privo di difficoltà e la creazione dei parchi e delle aree protette si è sviluppata attraverso molti sacrifici e l’ affermazione di grandi ideali.
Tra i primi artefici della protezione, che godono ormai di fama internazionale, vanno ricordati Nils Olaf Wesserb e la moglie Karen, una coppia di svedesi che si trasferirono in Costa Rica nel 1955, creando nella zona di Montezuma una fattoria costruita secondo canoni ambientalisti e rispettosi della natura. Si opposero ai primi tentativi di sfruttamento della zona di Cabo Blanco nella penisola di Nicoya e si attivarono a livello internazionale per raccogliere il denaro necessario, trentamila dollari, nel 1958, per comprare i 1200 ettari che oggi costituiscono la Riserva Naturale di Cabo Blanco. Wesserb venne assassinato mentre cercava di realizzare un altra area protetta nella penisola di Osa, dove negli anni sessanta si iniziava a parlare di speculazione immobiliare.
Un altro importante attivista, Mario Boza, uno studente Costarricense di scienze forestali, riuscì a realizzare un ambizioso progetto di protezione, realizzando il primo parco nazionale del paese, a Santa Rosa, nella zona nord del pacifico. Nel 1969 il governo stabili il dipartimento dei Parchi Nazionali e creo’ il Parco di Santa Rosa: tuttavia le risorse limitate di denaro e di personale non permise alle istituzioni di far rispettare i confini della zona protetta, che continuava ad essere utilizzata come pascolo ed essere occupata dagli allevatori, che bruciavano il sottobosco ė tagliavano gli alberi. Mario Boza si rivolse allora alla stampa e denuncio’ la situazione di Santa Rosa facendone uno scandalo. Titoli come “Il Parco di Santa Rosa in fiamme” mossero l’opinione pubblica e fecero rivedere gli stanziamenti governativi, e di conseguenza i terreni furono recuperati e riconvertiti.
Le scelte di questo paese per mantenere un elevato livello di rispetto per l’ambiente sono ammirabili: mantenere i parchi e le aree protette presuppone uno sforzo economico non indifferente. A fronte di uno sviluppo urbano crescente, che concentra il 60% della popolazione nella Valle Centrale e di un problematico rapporto con le grandi coltivazioni di banane e zucchero per l’esportazione, che creano contaminazioni gravissime, la Costa Rica vanta un patrimonio ambientale unico al mondo e si è avviata già da alcuni anni nella direzione più pratica di sviluppo di quel patrimonio, cioè farne un bene comune che abbia valore sul mercato turistico. Oggi il paese conta esperti in temi della protezione dell’ambiente, università che si dedicano alla formazione di professionisti capaci di operare a livello istituzionale sui temi della conservazione. Costa Rica e’ infatti la meta per eccellenza del turismo naturalista, il paese con maggiore biodiversità, con numeri ineguagliati di qualità e quantità di specie di animali e vegetali presenti sul territorio. Il tentativo di assomigliare ai paesi “sviluppati” del Nord America e’ stato ormai superato, tra consumismo e conservazione la Costa Rica ha scelto la conservazione e ne ha fatto il proprio punto d’esempio e distinzione nel mondo.
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Per chi vuole saperne di più e vedere in dettaglio la struttura e ubicazione dei parchi della Costa Rica, basta visitare il sito ufficiale del SINAC ( Sistema Nacional de Areas de Conservacion )
4 commenti
Grazie Manola, a nome di Anna.
Cari saluti
Alfredo
Articolo molto bello e interessante. Brava Anna!!
Grazie Cinzia !
Bellissimo articolo Anna (come Sempre!!!). Grazie!!