Ricevo dalla collega Anna Zanetti questo appassionato articolo che cerca di spiegare perché, soprattutto oggi, con una nuova coscienza ecologista che si fa spazio, un buon investimento immobiliare non può prescindere dalle esigenza della tutela della natura e dell’ambientte
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Il titolo vuole introdurre il lettore ad una grande semplice verità: mantenere e preservare la natura è più semplice ed economico che danneggiarla e ricostruirla.
La Costa Rica può ancora vantare una natura incontaminata ed ha compreso con grande anticipo e lungimiranza l’errore della deforestazione avviando, ormai da alcuni decenni, una crescente attività di riforestazione ed una politica di tutela dell’ambiente .
Gli investitori italiani, attratti dalla speranza di una vita migliore, forse dovrebbero chiedersi anche come contribuire al mantenimento di quella natura e biodiversità che rende così speciale questo Paese. E’ noto infatti che anche la Costa Rica, da anni è oggetto di investimenti spesso non ecologici e tante esperienze italiane hanno già dimostrato che danneggiare l’ambiente si rivela alla fine anche un pessimo investimento per le proprie risorse economcihe .
Troppo spesso inoltre il sogno di una vita migliore si concretizza nello stereotipo di una spiaggia incontaminata, solitaria, con il mare blu, un clima perfetto…
E la delusione è inevitabile: le spiaggie che maggiormente rispondono allo stereotipo sono state prese d’assalto, ormai piene di stranieri e di conseguenza le terre sono diventate carissime. Tutti accalcati negli stessi luoghi, si contribuisce al disequilibrio ambientale, alla levitazione dei prezzi e all’ impoverimeno delle risorse primarie; ed infine, ma di estrema importanza, alla difficile integrazione sociale dei primitivi abitanti con i nuovi arrivati.
La natura ci riserva altre sorprese: il clima non è quello delle proposte di viaggio, è variabile, a volte molto piovoso ed umido … spesso anche popolato di tanti fastidiosi animaletti che nel sogno tropicale non erano contemplati.
L’invito, per chi vuole trasferirsi, è quindi di comprendere se esiste la volontà di integrarsi con quanto la natura del tropico offre.
Perchè non fare un vero salto di qualità e decidere di partecipare alla preservazione dell’ambiente esistente, oppure alla riqualificazione di quanto distrutto oppure ancora ad un progetto integrato con concetti innovativi quali la permacultura? Perchè non pensare alla realizzazione di progetti dove le persone possano realizzare l’obiettivo di una green economy?
Per dare alcuni spunti utilizzo alcuni dei principi della permaculura il cui nome deriva da coltura e agricoltura permanente.
Si tratta di pensare ad un insediamento umano che, fin dal progetto, si integri con le pratiche agricole, la gestione dell’ambiente, l’economia e le relazioni sociali, nel rispetto delle biodiversità. I principi etici su cui si basa la permacultura sono: prendersi cura della terra, avere cura delle persone, limitare il nostro consumo alle nostre necessità per condividere in maniera equa e solidale le risorse della terra. Accettiamo ciò che la natura ci dona, le piante autoctone, la vegetazione adatta è quella che nei secoli si è mantenuta nel luogo. Quindi il mantenimento di quanto sta spontaneamente crescendo ci permette di avere un patrimonio boschivo resistente perchè cresciuto con selezione naturale , dove il futuro abitante interviene integradosi con la presenza di un bosco autogestito.
Il progetto, la sfida ora è di saper sapientemente utilizzare tale meraviglioso patrimonio costituito di piante, da animali e dall’uomo.
Quell’uomo che sta disperatamente cercando il contatto con le proprie origini, che desidera trovare pace nell’equilibrio tra sè e il suo habitat ma che spesso non sa come fare per raggiungerlo ricadendo alla fine negli errori di sempre .
Architetto Anna Zanetti
http://annaiolazanetti.blogspot.it/