Pura Vida ? Un recente studio evoca scenari diversi

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Pura vida? Se qualcuno potrà fare questa affermazione in futuro si tratterà di una eccezione.

Questo è quallo che pensano Minor Mora e Juan Pablo Perez, esperti della Facoltà Latinoamericana di Scienze Sociali (FLACSO),  secondo i quali la Costa Rica rischia di affrontare un futuro tutt’altro che roseo e al posto di Pura Vida ! la gente potrebbe trovarsi ad esclamare : ” siamo qui! ” oppure : “qui si lotta!”.

Nello studio intitolato : “Oltre Pura Vida, le minacce e le sfide del XXI secolo nella Costa Rica“, si mostra che esistono diffusi segni di impoverimento che si riflettono nelle statistiche prodotte dai due ricercatori.

La Costa Rica è stata in grado di generare, nella seconda metà del ventesimo secolo, un ampio processo di inclusione sociale e uno dei modelli di più equa distribuzione del reddito dell’ America Latina. Le trasformazioni negli ultimi tre decenni tuttavia, in relazione al cambiamento nel modello di accumulazione, hanno bloccato il percorso del patto sociale che è alla base della Costituzione e della struttura sociale del paese. Durante questa fase è stata sperimentata con successo una strategia politica capace di conciliare i processi di accumulazione e quelli di redistribuzione. L’era della grande inclusione sociale sembra tuttavia aver raggiunto il suo limite …

Mora e Perez ci dicono che oggi le decisioni di natura politica di entrare sui mercati internazionali e la globalizzazione hanno condannato i costaricensi a vivere sempre più al limite della povertà. Nel 1995 un quinto delle famiglie stava sotto le soglia della povertà, mentre l’indice di accumulazione dell ricchezza, è aumentato progressivamente da 0,37 nel 1990 a 0,42 nel 2006.

Occorre sottolineare che il nuovo gruppo di poveri che emerge non è quello cui manca il cibo nel piatto o i vestiti da indossare. Non si tratta cioè di persone sull’orlo l’abisso ma di persone che non possono accedere a quel confine di inclusione sociale che si sposta di continuo verso l’alto per effetto, ad esempio, ma non solo, delle dinamiche consumistiche. “Oggi infatti non basta più avere superato la tradizionale soglia di povertà per posizionarsi in una situazione consolidata di integrazione sociale“, dice lo studio.

Le attuali politiche, secondo gli autori, non sembrano in grado di intervenire nella costruzione di un nuovo patto sociale che tenga conto dei recenti rapidissomi cambiamento e dell’allargamento di questa forbice.  E allora   ” … c’è  di che preoccuparsi e anche se tutto sembra andare come al solito,” pura vida ” molto probabilmente non potrà più essere pronunciata da molta gente in futuro. “

Lo studio segnala in sostanza che esistono segni tangibili di una crescente polarizzazione sociale tra le classi superiori e il resto della società, con particolare riguardo a quelle subalterne sottolineando che la disuguaglianza va oltre la classe e rango, perchè influenzano il livello di istruzione, sesso, nazionalità, età e territorialità.

Sarà la cosiddetta ” green economy ” a salvare la Costa Rica ? Lo studio non ne fa cenno ma io sono ottimista perchè questo paese, soprattutto in questo settore, ha già dimostrato di saper fare miracoli .

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14 commenti

  1. Raggiodinuvola on

    La zona caraibica è nettamente la meno sviluppata del paese (puerto viejo poi non ha nulla a che vedere con la vera realtà costarricense). Anche la cultura della provincia di limon è diversa da quella di tutte le altre province, perché è di derivazione jamaicana. Ho vissuto in cr un anno, nella region brunca, a sud di san josé, ma jo avuto modo di viaggiare per tutto il paese. Se hai visto solo il caribe, posso assicurarti che non hai visto il costa rica.

  2. Ciao Alfredo,
    per me questo è stato il Costa Rica, con i suoi lati positivi e negativi: un punto di partenza per il mio cambiamento… una grande opportunità!

  3. Vorrei approfittare di questo spazio per aggiungere alcune obiezioni e altrettante critiche a quanto scritto da Andrea. Vivo qui (nel Caribe) da oltre 3 anni e mezzo, ho investito tutto ciò che avevo per realizzare un piccolo lodge. Bene, da alcuni mesi il turismo è crollato a livelli impressionanti. Praticamente non ho prenotazioni fino alla stagione invernale, e il poco che posso aspettarmi viene dagli USA. L’Europa è praticamente assente. Questo naturalmente è addebitabile alla congiuntura attuale, ma anche al fatto che negli ultimi due anni il rapporto qualità-prezzo della vita in Costa Rica si è pesantemente sbilanciato a favore del secondo. La qualità dei servizi, fatta eccezione per le modeste ma abbastanza efficienti connessioni internet, sta scadendo continuamente. Come se ciò non bastasse, una demenziale politica governativa sta generando un problema devastante per le vite di tanta gente, locali e stranieri: in questo Paese, la fascia dei 50 dal bagnasciuga è proprietà inalienabile del demanio statale. I successivi 150 metri appartengono alla cosiddetta fascia “marittimo- terrestre”, che veniva data in concessione (pur pagando elevate somme ai precedenti concessionari). Ora tutto viene messo in discussione. E’ certo giusto e legittimo l’abbattimento di strutture (poche) sorte abusivamente nella fascia dei 50 metri, non fosse che tre intere cittadine del Caribe, con tutta la loro storia e cultura, verrebbero in parte spazzate via dall’ottusa applicazione della legge. Ad aggravare il tutto, si ventila la stessa sorte per tutte le costruzioni nei 150 metri. Oltre a distruggere le vite di centinaia di persone, questa opzione sarebbe completamente folle per l’economia stessa di una intera regione che vive in gran parte di turismo. E non parlo di megastrutture come si possono trovare sulla costa pacifica, bensì di piccole e medie attività “a basso impatto” destinate a un turismo in cerca di qualità e non di massificazione. Quindi, se vivi qui e hai investito tutto, non hai scampo. Si sta decidendo una moratoria di due anni, in pratica passando la patata bollente al prossimo governo, che implica però l’impossibilità di acquistare, vendere, perfino affittare terreni, immobili e/o attività. L’ottusità di questa politica lascia talmente interdetti da non trovare una spiegazione logica.
    Nel frattempo, paesi come Panama si danno da fare per “fare le scarpe” al vicino: prezzi molto più competitivi (nell’ordine anche del 50%), servizi efficienti, comunicazioni da nazioni civili, controllo dell’ordine pubblico più efficace, politica fiscale e incentivi che non scoraggiano gli investimenti.
    Nel goffo tentativo di rassicurare l’opinione pubblica, che vede nello straniero un elemento di disturbo, specialmente se nicaraguense, la politica di immigrazione è altrettanto demenziale. Ottenere la residenza appare sempre più un miraggio, in una confusione burocratica allucinante, che può portare una pratica a durare anni e anni. Il turista che entra nel paese si vedrà apporre un visto che scade esattamente il giorno indicato nel biglietto di partenza. Quindi, non cambiate idea e non pensate di fermarvi di più. Non siete graditi, dovrete semmai uscire dal paese per 72 ore e rientrarvi, dopo che vi sarà stato chiesto sgradevolmente quando ve ne andrete. A Panama, dove evidentemente sono più stupidi dei “ticos”, il visto vale sei mesi e le pratiche per la residenza sono infinitamente più spedite e semplici.
    Ciò detto, e scusate lo sfogo, se cercate le spiagge “attrezzate” è decisamente meglio che andiate a Sharm o a Jesolo. Se vi infilate nel primo ristorante che capita pensando di trovare il paradiso, fareste meglio ad imparare un po’ a viaggiare. Una nota sulla pasta, argomento principe per gli italiani. La citata De Cecco praticamente non esiste, chissà cosa hanno raccontato al buon Andrea. Come in ogni posto del mondo vi sono ottimi ristoranti, italiani e non, e altri pessimi. Se dovete solo riempirvi la panza, riso, fagioli e fritture varie della non certo eccelsa cucina locale vi possono bastare, per pochi soldi. Purtroppo una esosa politica di dazi rende tutto ciò che non è nazionale (o cinese) molto caro.
    Trasporti e trasferimenti: la rete di “busetas” citata è molto efficiente, capillare e pratica, ma in due anni è quasi raddoppiata di prezzo, sempre nell’ottica di scoraggiare il turismo. I bus sono assolutamente convenienti, solitamente puntuali, discretamente puliti ed economici. Una curiosità: escluse le linee dirette, potete fermarli ovunque con un cenno, sia per salire che per scendere.
    Affittare un’auto può essere molto oneroso, nell’ordine dei 60/70 $ al giorno per una utilitaria. Per contro, le tariffe alberghiere, anche per strutture di qualità, sono decisamente accessibili, specie se paragonate all’Italia.
    State molto attenti ad affittare case o appartamenti. solitamente vi verranno chieste cifre assurde, spesso per delle topaie, in base all’equazione straniero = ricco (pollo da spennare).
    La delinquenza esiste, ma non è causata dalla fame come vorrebbe far credere Andrea, bensì da una pietruzza altrimenti nota come crack. Nessuno vi sparerà per la strada, come certi vogliono far credere. I ladruncoli ci sono, ma è sufficiente stare attenti, non portare con sé cose inutili, appariscenti e costose, e ricordare che i ladri corrono quasi sempre più veloci di voi. Se vi capita qualcosa, evento non così frequente comunque, lasciate perdere le denunce alla polizia, a meno che non vi servano a fini assicurativi. Tempo perso e fastidi assicurati, funzionari svogliati che non vedono l’ora che ve ne andiate per cestinare il verbale. A meno che non sappiate nome, cognome, indirizzo e numero di cedula del colpevole, magari con tanto di video che lo riprende all’opera 🙂
    Avrei molte altre cose da dire, ma penso di aver tediato abbastanza. Grazie per l’attenzione e lo spazio concesso.

  4. Pienamente d’accordo Alfredo. Sono pochi quei posti che ti permettono di “decellerare” regolando la velocità della tua vita come piace a te. Il Costa Rica è uno di questi.
    Pura Vida
    Claudio

  5. Ciao Claudio, ciascuno di noi porta con se quello che è; e nessuna fuga in nuovo luogo potrà mai dargli alcunchè di nuovo. Occorre però ammettere che la cornice della bellezza, della nataura incontaminata, della maggiore libertà da schemi … ecc.. possono aiutare a ritrovarsi ed evolvere . La Costa Rica può essere un motore per il proprio cambiamento ma è sempre e solo una possibilità

  6. Salve tuti
    Ero in C.R. quando ci fù il referendum sul NAFTA. Il paese (e tanti miei amici con differenti idee ed interessi), come sempre avviene in questi casi, era profondamente diviso tra il Si ed il No. Ricordo che i promotori del Si, fecero una campagna mediatica lasciando passare il messaggio- che sicuramente ci sarebbero state nuove opportunità lavorative ma soprattutto si sarebbe evitata la chiusura di numerose compagnie USA, con il conseguente licenziamento di tanti lavoratori (Fiat docet)- E’ difficile in questi tempi moderni prendere una decisione tra il: dò da mangiare ai miei figli o difendo la mia dignità e la sovranità del mio paese?
    Comunque, a prescindere da ogni considerazione particolare, come giustamente sottolineava Alfredo, in un Mondo globalizzato risulta molto difficile trovare ” L’isola che non c’è”. Smettiamo semplicemente di cercarla, la nazione perfetta non esiste (ahimè).

  7. Ciao Cinnia , nel’articolo si dice proprio che le conquiste sociali dei passati decenni hanno esaurito la loro spinat e dovrebbero essere sotituite da un altro patto sociale. Ma nessuno sa quale possa essere in una società che è immersa nel processo di cosiddetta globalizzazione . La piccola dimensione del paese e la sua irrilevanza economica nello scenario mondiale non giocano in favore . Quanto alla lotta al narcotraffico perchè mai dovrei o non dovrei credere, senza avere informazioni corrette ?

  8. Cinniadmilano on

    Condivido la percezione di Andrea, questo paese sta perdendo tutti le sue conquiste sociali , smentellamento della CCSS, dell’educazione pubblica, stipendi che rimangono bassissimi, e aggiungerei che il Costa Rica è un prottetorato americano, non solo economicamente ( Trattato di libero commercio – NAFTA-) dove perde la sovranita economica e monetaria ( gia persa) ma anche militarmente Il Parlamento ha approvato la proposta del governo per consentire agli americani 46 navi da guerra per pattugliare le acque territoriali del Costa Rica, con il pretesto della guerra contro il nacrotrafico……..Voi ci credete alla lotta contro il narcotraffico?

  9. Ciao Claudio,
    comprendo la tua reazione a giudizi così negativi ed immeritati . Ma è sempre un bene che si possano ascoltare tutte le voci anche quelle più dissonanti .
    Qui non si fa censura.
    Io peraltro non credo che le persone si facciano condizionare più di tanto da quello che leggono e le invito sempre a fare la propria esperienza sul posto cercando di non dare ( quanto è difficile ! ) i famosi ” CONSIGLI ” .
    Certo, qualunque esperienza poi si faccia avendo delle aspettative rischia di essere inquinata e del tutto inutile per quella crescita personale che un viaggio, anche nel luogo più orrendo della terra, può consentire .
    Ma questo, por suerte, non è il caso di Costa Rica , dve ci sono, eccome, le condizioni ( non la garanzia ) per vivere una vita bella e gioisa .
    Cari saluti !
    Alfredo

  10. Ok Alfredo,chiedo scusa…solo che mi dà molto fastidio quando in un viaggio di qualche settimana si esprimono giudizi cosi forti e negativi su un popolo ed una nazione. Mia moglie è Costaricense, il mio primo figlio è nato in Costa Rica e ho tantissimi amici con i quali ho un profondo rapporto di stima e rispetto. Ho vissuto molti anni lì (ed in Centro America), girando tutto il paese zaino in spalla con tutti i mezzi: auto, bus, bicicletta. Non ho mai avuto nessuna esperienza negativa degna di essere raccontata. Condivido pienamente il discorso della percezione delle cose; una domanda a cui non sono mai stato in grado di rispondere è quella che a volte le persone mi fanno: “Come si vive in Costa Rica?” troppe variabili influenzano la risposta, variabili soggettive. Meglio rispondere con un altra domanda: “tu cosa ti aspetti?”. La delusione delle aspettative sono il pegggior viaggio che si possa fare, meglio non averne.
    Cani randagi, spazzatura, volume degli altoparlanti alto, strade con buche, case infestate dagli insetti. La periferia ed alcuni quartieri di numerose città Italiane sono piene di tutte queste cose. E poi le spiaggie non attrezzate,cosa volevi lidi con sdaraio e ombrelloni stile riviera romagnola?.
    No, i Costaricensi non sono per niente americanizzati, è un popolo molto unito e fiero delle proprie tradizioni e cultura. Certo, gli stati Uniti hanno molti interessi commerciali e il 50% del turismo proviene da lì, e allora?. Da ridere i consigli di spravvivenza che vengono dati nell’ultima parte del post, cosi ovvi che non necessitano di commento.
    Potrei continuare ancora, ma non ne ho più voglia, sono troppe le cose da chiarire…
    Grazie Alfredo per lo spazio che mi concedi e per aver pubblicato il mio primo post.
    Un saluto
    Claudio

  11. Vorrei invitare tutti ad esprimere il prorpio parere in modo puntuale, anche deciso, se possibile documentato ma sempre nei limiti della normale dialettica. Vi ricordo infatti che il blog è uno spazio di scambio e partecipazione a disposizione di tutti . Solo così il mio lavoro ha senso. Non vi pare ?
    Alfredo

  12. Andrea, ha ragione Alfredo:resta a casa. Sarò molto dirett;, hai sparato un mare di cazzate.

  13. Buongiorno Andrea, pur condividendo alcune tue osservazioni, io ho una percezione molto diversa dalla tua . Io non ho la pretesa di dire ” le come le cose stanno effettivamente ” perchè la realtà la interpretiamo noi e nessuno ne è il depositario assoluto. Ed ogni volta che la interpretiamo la cambiamo a seconda della nostra percezione . Mi sorprende molto la tua idea di trasferirti li dopo il quadro a tinte fosche che dipingi . Rischi di viverci davvero male …
    Un caro saluto
    Alfredo

  14. Costa Rica il paese più felice del mondo?

    Molti in Italia ormai da tempo stanno pensando di lasciare tutto questo scempio sociale politico economico, teatrino folle di arrivisti di turno dove grandi tecnici risolutori di tutti i problemi esistenti tagliano solo servizi alle spalle dei cittadini.
    A chi non è passato per la mente? ” ora mollo tutto” e vado in un paese dove il cambio di una minima rendita mi potrebbe dare la possibilità di vivere adeguatamente senza grandi pretese.

    Dalle consultazioni di alcuni blog su internet scaturisce dirompente la dicitura “Costa Rica, il paese più felice, il più pulito, laddove il governo pone attenzione alla natura e alla sostenibilità ambientale”.

    A mio modesto parere bisogna fare ancora un po’ di strada,
    riassumo succintamente la mia visita in tale Paese.

    Spinto dalla curiosità e dal desiderio di fuga da un contesto a dir poco grassatore, dando fondo ai miei risparmi mi sono fatto un viaggio esplorativo nella zona caraibica del Costa Rica.

    Già visitata tempo addietro con un viaggio a Cuba, in Habana e zone limitrofe avevo già potuto assaporare l’andamento lento dell’America latina,
    il profumo della frutta fresca mischiato all’odore della benzina delle macchine in riparazione sui bordi delle strade,
    la musica gracchiante suonata da apparecchi poggiati su davanzali di finestre a livello stradale,
    cani randagi che trovano alimentazione continua tra le immondizie abbandonate agli angoli delle strade.

    Pubblicizzare che in Costa Rica vada tutto bene, che sia un paese impeccabile come divulgato dai blog è senza meno una esagerazione.

    Cominciamo dalle strade, tipicamente appartenenti all’America latina,
    più o meno arrangiate, buche mal coperte con asfalto latente,
    il traffico presenta conducenti dalla preparazione sommaria,
    precedenze inesistenti, bambini in bicicletta contromano in ogni strada,
    rifiuti riposti in cassonetti a cielo aperto, nella migliore delle ipotesi,
    se non abbandonati in grandi quantità su qualche territorio di nessuno.

    Mi sono spinto fino a Puerto Viejo, zona del Caribe costaricense credendo di trovare almeno musica salsa & son in grande quantità, spiagge assistite, servizi impeccabili,
    invece ho trovato tutto come avevo già visto, niente di migliore o meglio servito.

    La povertà latente, la tristezza negli occhi della popolazione che non ha un lavoro vero e cerca di arrangiarsi se maschio in un modo, se femmina in taluni altri.
    I soliti stranieri arrivisti si sono già posizionati per far strapagare un pasto normale a turisti stranieri danarosi,
    varie multinazionali hanno già messo le mani su qualche appezzamento di territorio trasformandolo in Beauty Farm di alta moda o villaggio turistico costosissimo offrendo a caro prezzo gli scenari naturali per le pubblicità di vario genere propinate al pubblico europeo con fotomodelle galattiche e uomini immortali.

    Mi è parsa una popolazione soggiogata socialmente dagli stati uniti,
    mi è parso fortemente che vogliano sentirsi americani,
    della loro ispanicità non sanno cosa farsene.
    Questa è stata l’impressione acuta che ho avuto,
    a differenza del cubano o venezuelano il costaricense vuole essere americano,
    cerca di parlare inglese,
    ascolta la musica spazzatura commerciale che viene buttata sul mercato dagli states,
    si gonfia di hamburger, patatine e cocacola,
    cerca di mettere i prezzi a dollari piuttosto che in colones, la moneta locale.

    Molti non possono nemmeno mangiare, a fianco di case più o meno decorose vediamo capanne , baracche fatte totalmente di lamiere tipo pollai,
    famiglie intere che convivono con formiche,topi scarafaggi,
    non hanno nemmeno la possibilità di comperarsi un tagliaunghie,
    singoli abbandonati che vivono come in canili arrangiati in riva all’oceano.

    La fame imperante ha spinto degli allegrotti ragazzi costaricensi a tentare di rubarmi la borsa lasciata sulla bicicletta presa in affitto parcheggiata al mio fianco in spiaggia, costringendomi ad una rincorsa rocambolesca aggrappato alla vettura in fuga con conseguente ferita agli arti inferiori, ricovero in pronto soccorso e denuncia alla polizia,
    rovinandomi totalmente una giornata che doveva essere di vacanza e di relax.

    Quando fu il momento del ritorno gli impiegati degli uffici aeroportuali hanno cercato di fare la cresta sulle mie tasse richiedendomi una cifra molto più alta rispetto alla realtà,
    se non fossi stato più che attento avrei regalato circa 70 dollari a sorridenti buontemponi distratti operatori aeroportuali.

    A me piace dire le cose come stanno effettivamente, senza enfatizzare le cose né in negativo né in positivo e ribadisco, comunque, che sto cercando la maniera di trasferirmi in Costa Rica.

    Dunque:
    innanzi tutto dobbiamo imparare a utilizzare i mezzi pubblici, il cambio conveniente viene vanificato dai servizi turistici, esempio… da San Josè a Puerto Limon con i mezzi pubblici si spendono circa 5000 colones che sono circa 10 $ americani,
    con le varie bussette per turisti vengono estorti candidamente 45 $ a persona.

    Arrivati al paesotto prescelto lasciamo perdere i ristoranti italiani, cii faranno strapagare un piatto di spaghetti originali della De Cecco con sugo finto di pomodoro, con la scusa che sono introvabili,
    andiamo piuttosto a mangiare alle varie Soda di cucina caraibica che si trovano abbastanza frequentemente, ce la si caverà con neanche 10 $ a pasto tutto completo.

    Affittiamoci una casa o un appartamento per il periodo che avremo prescelto, risparmieremo sicuramente più della metà del denaro che spenderemmo in albergo.

    Costa Rica: pura vida?.

    In bocca al lupo!