Sciopero contro le multinazionali delle banane in Costa Rica

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I lavoratori indios di etnia Ngobe e Bugle immigrati da Panama si scontrano con la Del Monte. In Costa Rica, il paese senza esercito, il paese più stabile e democratico del Centroamerica, il paese che ha fatto dell’ecoturismo una carta vincente, ancora combatte contro lo strapotere delle compagnie multinazionali di esportazione delle banane, con echi che ricordano le pagine di Garcia Marquez quando in “Cent’anni di solitudine” racconta lo sciopero e la strage del 1928 nelle piantagioni dell’United Fruit Company in Colombia.

bananera 2Da gennaio uno sciopero che paralizza tre grandi proprietà bananiere nella costa caraibica meridionale del Costa Rica, alla frontiera con Panama, ha portato alla luce gli abusi di un’industria saldamente nelle mani delle multinazionali, obbligando ad intervenire i governi della Costa Rica e Panama. Più di 300 lavoratori, quasi tutti indigeni panamensi impiegati nei latifondi bananieri per una filiale della compagnia statunitense Del Monte Foods, sono in sciopero dal 16 di gennaio e protestano contro le persecuzioni sul lavoro, i cambiamenti di orario e condizioni, i mancati pagamenti ed i licenziamenti illegali.

In Costa Rica quasi tutte le piantagioni di banane sono in mano alle multinazionali. Oltre a Del Monte sono presenti filiali della statunitense Chiquita Brands, che controlla il 24% delle esportazioni di frutta e della Dole Food Company. Secondo CORBANA, la Corporacion Bananera Nacional, un ente creato dallo stato insieme alle compagnie multinazionali per favorire la produzione e la commercializzazione delle banane, l’industria bananiera è fondamentale per il territorio caraibico della Costa Rica e da lavoro al 77% della popolazione della zona.

Due anni fa un grande sciopero contro Del Monte aveva denunciato le condizioni subumane ed i livelli troppo bassi dei salari ed aveva avuto come conseguenza la creazione di un sindacato, che aveva ottenuto un contratto.

CORBANA però, nel rinnovarlo, era stata sleale ed aveva formato un nuovo sindacato, liquidato tutti i lavoratori e fatto nuovi contratti solamente a coloro che avevano accettato di aderire al nuovo sindacato. Così è nato il nuovo conflitto. I “nuovi” lavoratori riassunti dall’azienda si sono trovati di fronte “nuove” condizioni. Appartenenti alle etnie indios Ngöbe e Bugle, che emigrano da Panama per lavorare nelle piantagioni di banane della Del Monte in Costa Rica, vivono in condizioni di semi povertà ed ora si sono sono trovati senza lavoro. Per essere reintegrati devono accettare le consuete angherie delle multinazionali.

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1 commento

  1. gisella rossi rossa on

    grazie, ho pubblicato su FB e condiviso con i vari gruppi di cui faccio
    parte….dobbiamo creare solidarietà per tutti gli sfruttati delle
    multinazionali, che siano del monte, dole, chiquita, nestlè, coca
    cola….la gente va informata e sensibilizzata.