Tutto il mondo è paese!

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11 novembre. Ci prendiamo una piccola pausa di due giorni per andare a visitare una parte dell’arcipelago di Bocas del Toro, Panama, che si trova a circa tre ore da Puerto Viejo. Partiamo alle ore 6:30 col pullman della Mepe e dopo circa un’ora di viaggio arriviamo a Sixaola, dove si trova la dogana costaricense: paghiamo i dazi per l’uscita dal Paese, presentiamo i nostri passaporti alla polizia di frontiera ed attraversiamo a piedi il ponte che separa le due nazioni. Una volta giunti dall’altra parte, a Guabito, altro controllo dei passaporti da parte della polizia panamense e finalmente ci dirigiamo a fare colazione nell’unica bettola disponibile (pregando di uscirne immuni da conseguenze gastro-intestinali): un gallo pinto con huevos revueltos, una empanada con queso e si parte!

Per una serie di eventi non riusciamo a prendere il mini bus per Almirante, ma siamo costretti a salire sul taxi del mitico driver Antony. Partiamo e dopo circa 5 minuti ci chiede di poter passare velocemente a casa sua a ritirare il pranzo che la moglie gli aveva preparato con tanto amore: “Tengo que irme a casa o ella me mata! Sabes como son las mujeres… Locas!”, afferma rivolgendosi a Paolo, il quale annuisce sogghignando.

Ripartiamo con molta calma, o meglio, a tutto gas, e dopo circa 20 minuti veniamo fermati dalla polizia… Nell’ordine: limite di velocità superato di 5 km/h rilevato dal laser, numerosi ma vani tentativi da parte del tassista per cercare di impietosire il poliziotto, alternati da altrettanti tentativi di corruzione e imprecazioni di vario genere. Risultato? Multa di 50 dollari. Ci rimettiamo per strada con Antony che incomincia a chiamare il cugino, il fratello, il cognato, per raccontare il misfatto, dopodiché si ferma ad ogni posto di blocco per segnalare l’ingiustizia e l’abuso di potere di tale poliziotto “Aquí el límite de velocidad es de 80 km por hora y yo manejaba a 85 km, ¡no a 160 km por hora! ¿Y ahora quién lo dice a mi esposa? La loca me matará!”

Non si sa bene come, ma riusciamo ad arrivare ad Almirante, saliamo su una lancia ed arriviamo finalmente a Bocas… Piove! Quindi ci avviamo verso l’hotel per andare a posare i bagagli e decidiamo comunque di fare una passeggiata in centro. Ad un certo punto, veniamo fermati da un locale che ci propone di fare con lui il tour Zapatillas il giorno seguente ad un costo di 50 dollari per due persone anziché 60, noi accettiamo e lui ci chiede di versare un acconto di 10 dollari a conferma della prenotazione. Inizialmente non vogliamo: “E se domani piove? Ci restituisci l’acconto?”
Lui: “Amici, io sono indio e noi indios conosciamo e prevediamo le condizioni meteorologiche della nostra terra! Domani non pioverà! Io mi chiamo Nestor e il mio nome, per metà, assomiglia alla parola onesto, perciò se domani dovesse piovere, ma vi assicuro che non sarà così, io vi restituirò i soldi”. Accettiamo abbagliati dalle sue parole e proseguiamo con la nostra passeggiata, dopodiché prendiamo un’altra lancia (dotata di spugne atte a “strizzare fuori l’acqua” che entrava da ogni buco della carena) e ci dirigiamo verso l’isola Carenero, subito di fronte a Bocas, per andare a mangiucchiare qualcosa al Bibis, un locale con una bellissima terrazza sul mare.

Il giorno seguente, ci svegliamo e, contrariamente alle previsioni del nostro infallibile amico Nestor… Piove e pure a dirotto! Niente tour e in più scopriamo che Nestor, poi tanto onesto non lo è, ma ha subito capito che Paolo, nel caso in cui non gli avesse restituito i 10 dollari, avrebbe comprato e montato una tenda canadese in quattro e quattr’otto giusto di fronte al suo ufficio, per cui, dopo vari rifiuti, decide suo malgrado di restituirci i soldi. 
La giornata prosegue alla scoperta di locali molto molto carini in cui mangiare, come l’Amaranto, subito di fronte all’hotel Bocas Town, e alla volta dello shopping sfrenato fatto di salse piccanti, cibo, tele dipinte, cibo, statuette di legno e poi ancora cibo, per concludere con uno dei nostri soliti colpi di testa, un piccolo tatuaggio in memoria di questa esperienza.
Al primo raggio di sole, ne approfittiamo per visitare la meravigliosa e tranquillissima Playa Estrella, dove, appunto, si possono ammirare subito a riva delle grandissime e coloratissime stelle marine… Un vero paradiso!

Solitamente io e Paolo attacchiamo bottone anche con le pietre e questa volta non è stata diversa dalle altre, infatti abbiamo conosciuto molte persone di nazionalità diverse (due delle quali alloggiano ora in una delle nostre casette al Jardín) con le quali sicuramente rimarremo in contatto.

È vero, i viaggi spesso svuotano i nostri portafogli, ma sicuramente ci arricchiscono sotto tanti altri punti di vista, permettendoci di fare esperienze uniche e nuove conoscenze, nel bene e nel male.

Concludo raccontandovi che al ritorno, alla dogana panamense di Guabito, incontriamo nuovamente il nostro taxista di fiducia Antony, il quale era seduto in macchina in “buonissima compagnia” ed in quel momento abbiamo compreso il motivo per cui la moglie… “SIEMPRE QUIERE MATARLO”!

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