Una mia intervista inedita sulla Costa Rica.

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Pubblico qui in versione integrale una intervista che mi è stata fatta di recente. Alcuni stralci sono stati pubblicati ma si è perduto il contenuto complessivo di quello che dicevo. Parlo del paese, della idea di sostenibilità ambientale che da molti anni si è fatta strada e di molte altre cose di varia utilità per chi pensa di trasferirsi.

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A proposito di Costa Rica parli spesso di un Paese che, in passato, ha attuato politiche ambientali d’eccellenza (aree protette, tutela biodiversità), per quanto adesso si assista a una frenata.  Ma a cosa è stata dovuta questa intelligenza, direi quasi, “svedese” (abolizione dell’esercito, ambientalismo, pacifismo ecc.)? E perché adesso Cina e Usa hanno puntato gli occhi sulla Costa Rica?

La Costa Rica ha avuto uno storia ed un sviluppo decisamente diversi da quelli degli altri paesi del Centro America per ragioni che provo a riassumere.

colomboIl suo territorio, prima che Cristoforo Colombo vi sbarcasse nel suo ultimo viaggio, era quasi totalmente ricoperto da inestricabili foreste e scarsamente abitato da popolazioni pacifiche che non ebbero mai rapporti né con le culture Azteche e Maya (al nord), né con quella Inca (al sud). Gli spagnoli videro in essa una terra inospitale, caratterizzata da vegetazione fitta e alte montagne, senza metalli preziosi facilmente estraibili e con pochi indigeni da trarre in schiavitù. Giudicata quindi di scarso interesse, restò praticamente dimenticata per secoli e sempre ai margini dell’immenso impero. Non a caso le cronache registrano continue lamentele di alti funzionali reali costretti a lavorare per sopravvivere ed è noto che la Chiesa, mentre inviava in Messico e in altre ricche zone dell’impero i Domenicani, riservava alla Costa Rica gli umili Francescani. Con tali premesse i coloni che vi si stabilirono dovettero necessariamente cooperare con le popolazioni locali per sopravvivere strappando alla foresta le prime aree adatte all’agricoltura e alla costruzione dei villaggi.

Sono probabilmente queste le prime e più importanti ragioni per le quali la storia recente della Costa Rica, dalla dichiarazione d’indipendenza (di tutti i Paesi centroamericani) del 1821, è stata totalmente diversa da quella delle altre nazioni della regione. Il successo dell’introduzione della coltura del caffè nell’Ottocento creò poi le basi per la nascita di una borghesia ricca e laboriosa che diede in pochi decenni un notevole impulso alla crescita economica e sociale del paese.

Le ragioni storiche per cui la pace qui da sempre è vissuta come un valore, una conquista e fonte di benessere sociale ed economico, sono tutte qui. La Costituzione del paese volle sancire questa singolare e condivisa impostazione politica con l’ abolizione dell’esercito.

Oscar Arias 2Nel 1987 il Presidente Oscar Arias, nel  ricevere il Nobel per la Pace per il ruolo decisivo svolto nella soluzione delle contese armate tra Honduras, El Salvador e Guatemala, dichiarava: “In Costa Rica la pace è un’attitudine, una forma di vita, un modo di affrontare i problemi e risolvere i conflitti”.  In quegli stessi anni, dopo decenni di indisturbata distruzione del patrimonio forestale, la lungimiranza di alcuni presidenti della Repubblica consentì di avviare un imponente programma di riforestazione e di tutela del territorio e l’istituzione, uno dopo l’altro, di numerosi Parchi ed Aree Protette che costiituiscono oggi l’ossatura portante della Costa Rica ed un significativo polmone verde nel nostro pianeta. Con lo stesso impegno il paese sta lavorando da decenni per incrementare l’uso di energie rinnovabili, che già oggi superano il 50% del fabbisogno del paese, per rendersi al più presto indipendente dall’ approvvigionamento del petrolio. Il momento attuale, caratterizzato dal rallentamento mondiale della crescita economica e da un alto livello di indebitamento mette a rischio sia il mantenimento della spesa sociale sia quella per la conservazione del patrimonio naturalistico. I prossimi anni saranno decisivi per verificare se la Costa Rica sarà in grado di proseguire nel suo percorso virtuoso che in qualche modo rappresenta un esperimento ed una sfida cui il mondo intero guarda con interesse e rispetto.

L’amicizia degli Stati Uniti con la Costa Rica, paese di solide radici democratiche, in un contesto centroamericano spesso in ebollizione, è facile da comprendere e poggia ovviamente sulle basi di un reciproco interesse. La Cina si è affacciata da poco nell’area centroamericana ma è riuscita con abili mosse commerciali a penetrare nel paese sottoscrivendo trattati di libero scambio e assumendo la gestione di importanti attività imprenditoriali. Gli Stati Uniti per ora sembra che stiano a guardare.

Nel dettaglio, esistono incentivi del governo per chi costruisce, coltiva, vive in maniera ecosostenibile? Quanto è diffusa, per esempio, l’agricoltura biologica? Nei negozi dici si trova facilmente cibo organico. Le tue case in affito, inoltre, sono ecosostenibili?

La cultura della sostenibilità ambientale è fortemente radicata nel paese, soprattutto nelle aree rurali. La capitale, San Josè, fortemente alterata nella sua struttura urbana e sociale dagli anni Sessanta in poi, soffre molto dei problemi delle metropoli dell’ America Latina e fatica a muoversi in coerenza col resto del paese. L’influenza americana ha sradicato antichi modi di vivere in nome di un presunto benessere diffuso che non ha tuttavia migliorato il tenore di vita dei più poveri ed emarginati cui si aggiungono di continuo masse di immigrati che affluiscono dai paesi vicini, in primo luogo il Nicaragua.

capanna cabecarIl Governo, in questa congiuntura economica di basso profilo e a causa del suo alto indebitamento pubbico, non può offrire incentivi diretti a chi si muove nella direzione della sostenibilità ambientale ma appoggia alcuni settori con incentivi indiretti che svolgono quanto meno l’importante funzione di segnalare l’impegno del paese in questo senso. Nel settore del turismo, ad esempio, esiste un sistema di valutazione della qualità ambientale delle strutture alberghiere che è affidata a rigidi criteri messi a punto dall’ I.C.T. (Istituto Costaricense del Turismo ). Per chi si adegua volontariamente a certi standards di qualità legati, alla tutela delle acque, al risparmio energetico, alla raccolta differenziata, solo per fare alcuni esempi, viene garantito l’accesso al portale ufficiale del Governo che è una importante vetrina per gli operatori turistici e viene assicurata una solida consulenza per la realizzazione del progetto.

Sul piano fiscale inoltre, chi opera in questa direzione, si vede azzerare iI costo delle imposte indirette sull’acquisto dei materiali da costruzione. Non trascurabile è infine l’impegno del paese, anche attraverso il sostegno ad una miriade di associazioni locali, per lo sviluppo del turismo rurale ecologico inteso come una valida alternativa allo sviluppo costiero con progetti a bassissimo impatto ambientale volti soprattutto al coinvolgimento delle popolazioni locali.

L’ agricoltura biologica, non più  da tempo allo stato embrionale per quanto riguarda normative e organizzazione, è una esigenza molto diffusa nel paese. L’ area in cui viviamo noi, quella dei Caraibi, è forse al primo posto in questo settore con una miriade di microimprese impegnate nella produzione e commercializzazione di prodotti organici.

Le nostre case ai Caraibi sono costruite con legno locale non sottoposto a tutela forestale. Sono pensate seguendo le tecniche della tradizione locale, sono case sane e semplici che  si integrano perfettamente nel paesaggio del bosco umido tropicale.

Racconti di aver avuto i permessi per costruire in due settimane. Ma davvero è così facile venire a investire in Costa Rica per gli stranieri? Il governo prevede degli incentivi, anche fiscali? E per restare, scaduto il visto turistico, quali garanzie vengono chieste? I pensionati possono trasferire la loro pensione come fanno alle Canarie?

Le mie case, molto piccole e semplici, non hanno richiesto particolari procedure di approvazione se non quella comunale. Progetti più impegnativi invece richedono la valutazione di compatibilità ambientale che viene svolta da un organo tecnico dello Stato denominato SETENA. Ho visto imprenditori attendere anche due anni per l’approvazione del proprio progetto.

Le imposte non sono eccessive, difficilmente quelle dirette superano il 15% per redditi medio alti. La tassa sulla proprietà è di impatto modesto.

Vivere qui col visto turistico è improponibile per chi vuole investire. Le possibilità per ottenere un permesso di residenza sono due: come “investitore” oppure come “titolare di rendita”. Nel primo caso si deve dimostrare di avere investito almeno 200.000 dollari, nel secondo caso, di certo più semplice da ottenere, si deve dimostrare di avere una rendita mensile di 2500 dollari. I pensionati sono forse quelli che ottengono in modo più immediato la residenza purchè abbiano una pensione di almeno 1000 dollari al mese e trasferiscano questo importo in una banca del paese. Sfortunatamente in Costa Rica la pensione viene comunque percepita gìà tassata in Italia poichè manca un accordo specifico con il nostro paese che altri invece hanno ottenuto.

Quanto alla tua esperienza personale, adesso vivi a Puerto Viejo tutto l’anno o solo alcuni mesi? Quante volte torni in Italia all’anno? Alla lunga, ti pesa la lontananza?

Vivo con Anna, la mia compagna, a Puerto Viejo de Talamanca dove abbiamo anche delle case al mare che affittiamo ai turisti, quasi tutti Italiani che vengono spesso anche per raccogliere la nostra testimonianza ed avere un primo appoggio per trasferirsi. Andiamo in Italia per stare coi nostri cari almeno un mese ogni anno, anche perchè loro riescono a venire qui almeno alcune settimane ogni anno.

L’ultima domanda riguarda gli italiani in Costa Rica: si trovano cifre discordanti in giro. Più o meno, per diverse fonti, sarebbero 4 mila i residenti: è un dato verosimile? Hai scritto che ricevi continuamente mail: gli arrivi sono aumentati negli ultimi anni per la crisi? Qual è, indicativamente, la fascia di età? Ho letto che chi viene tanto per fuggire o speculare si piazza nei villaggi, ce ne sarebbero alcuni pieni di italiani…

 I dati ufficiali, che registrano i residenti, parlano di meno di quattromila Italiani ma quelli che ci vivono sono molti di più, credo molte decina di migliaia che restano nel paese come “turisti permanenti” o perchè non hanno i requisiti per ottenere la residenza o semplicemente non sono interessati ad ottenerla e preferiscono rinnovare il visto turistico ogni tre mesi uscendo dal paese per rientre subito dopo.

Il nostro blog, attivo ormai da oltre cinque anni, è in continua crescita con accessi medi di 1200 visite al giorno. Ci lavoriamo, io ed Anna, con molto impegno e sui motori di ricerca abbiamo una vasta popolarità. Le fasce di età di chi scrive sono davvero tutte, dai giovani e giovanissimi in cerca di una vita migliore, ai disoccupati o malpagati di mezza età che devono reinventarsi una strategia di sopravvivenza, fino ai pensionati e ai piccoli investitori, questi ultimi di certo in minoranza. Poi ci sono anche i fuggitivi inseguiti da problemi vari, gli speculatori, quelli che vengono qui per una toccata e fuga, persone che in genere non interagiscono col blog.

Quanto ai villaggi per Italiani, certo ci sono. Non li amo e non li frequento perché rappresentano un modo di vivere il paese che non condivido e che non coglie nemmeno lontanamente la bellezza e le infinite diversità della Costa Rica. Ma ciascuno ha i propri gusti ed esigenze. Noi vogliamo vivere diversamente.

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1 commento

  1. enrico reina on

    Grazie per queste parole equilibrate sul paese che presto diventerà la mia residenza.