Come sapete abbiamo vissuto molti anni ai Caraibi di Costa Rica e lo scorso anno alcune importanti ragioni familiari ci hanno imposto un rientro in Italia. Il recente passaggio di testimone delle nostre case vacanze a forze giovani e coraggiose e alcune settimane di nuovo qui, dopo una lunga assenza, ci hanno fatto riflettere su alcune questioni che possono essere molto utili a chiunque voglia trasferirsi da questa parti, non per fare il pensionato, condizione questa ideale, ma per viverci, lavorare e mantenersi.
Vediamo che significa dal nostro punto di vista una scelta del genere e come gestirla al meglio. Senza tanta filosofia ma con alcuni ragionamenti pratici.
La prima questione da affrontare, come ho detto e scritto molte volte, spesso invano, è lo shock culturale: qui si vive in un mondo che, da tutti i punti di vista, proprio tutti, è completamente diverso da quello che conosciamo. Cancellate dunque il prima possibile ogni traccia delle vostre abitudini, credenze e convinzioni. Al riguardo devo riconoscere che avendo vissuto gran parte nella mia vita tra Palermo e Cagliari (non a caso ex colonie spagnole) sono stato decisamente avvantaggiato rispetto agli abitanti del centro e nord Italia che, abituati ad altri ritmi, si trovano in genere qui più facilmente spaesati.
Qual è il problema? Semplice. Questo mondo non ci appartiene dal punto di vista delle tradizioni, stile di vita, cultura, natura, uomini … Ma chi decide di vivere qui, e qualche ragione per provarci deve pure averla, deve fare prima di tutto ogni sforzo per comprendere questa semplice verità.
Occorre una discreta intelligenza emotiva. Criticare, giudicare, confrontare, arrabbiarsi per quello che non è, sono solo perdite di tempo che sarebbe più utile utilizzare per imparare decentemente lo spagnolo ed entrare veramente in contatto con la realtà il più presto possibile. E la realtà, come sempre e dovunque, è quello che è, non quello che immaginiamo e meno che mai quello che vogliamo. Provare a cambiare le cose è fonte di inutili fastidi e sofferenze e preludio per un probabile fallimento e fuga; moltissimi esempi che sono passati sotto i nostri occhi lo hanno ampiamente dimostrato. Frasi del tipo “so io come si fa”, “voi non capite nulla” , “qui non funziona niente”, “questo paese è sottosviluppato” e altre simili amenità, ben note alla popolazione locale, la fanno solo sorridere e creano un muro di ostilità, ben celata perché i Ticos sono persone gentili, di cui nemmeno vi accorgerete ma che sarà destinata a peggiorare il vostro rapporto con questo mondo.
Qualcuno dice: va bene, ho capito, devo fare uno sforzo per adattarmi. E’ vero solo in parte: la verità è che questo posto deve assomigliarvi. Lo abbiamo ripetuto mille volte: deve essere il posto giusto per voi per quello che vi piace e che non vi piace. Godetevi tutto, in fondo ad ogni ostacolo c’è sempre ricchezza, i costaricensi lo sanno, noi molto meno; affrontate serenamente le sfide che ogni giorno arriveranno inesorabili a ricordarvi che siete in un luogo “di confine”. Imparate da loro, hanno molto da insegnarvi.
Qualche esempio ? Non mancano …
La corrente elettrica è stata staccata, quando la sistemeranno? Nessuno lo sa. Qualche minuto o qualche giorno qui è lo stesso. Aspettate e provata a fare qualche sollecito, di solito li fanno solo gli stranieri ma non serve a nulla.
I pozzi sono secchi, adesso ha smesso di piovere. Come si fa? Monta subito dei grandi serbatoi e compra l’acqua con l’autobotte. Prima o poi tornerà a piovere e allora di certo avrai smesso di lamentarti della troppa acqua.
Gli operai, i fornitori, il tecnico della lavatrice, gli impiegati… oggi non sono arrivati al lavoro e non hanno avvisato, perché ? Perché qui funziona così, non siamo in Svizzera ne a Milano. Tardare o non venire del tutto è considerato normale. Prima o poi arriveranno con un bel sorriso e vi racconteranno qualche storia fantasiosa scusandosi. Il repertorio lo conosciamo a memoria. Fate finta di crederci e andate avanti, così quando li incontrerete per strada saranno felici di sorridervi e fare due chiacchiere con voi.
Piove da giorni. Io ho da fare. Quando smetterà? Qui non ci sono previsioni del tempo: siete venuti a vivere nella foresta tropicale, dunque godetevi la poggia e fermatevi a riflettere che senza di essa non sareste circondati da una natura tanto meravigliosa. Se poi dura troppo leggete qualche buon libro zen. Può servire.
In ferreteria non hanno quasi mai i materiali che mi servono, è tutto caro e non c’è scelta. Verissimo, il paese è invaso da robaccia cinese che costa più di quello che vale. I negozi sono pochi e non c’è concorrenza. Tutto quello che comprerete andrà presto ricomprato. Andare nella capitale spesso non conviene, troppo lontano. Se pensate che le attese per essere serviti siano troppo lunghe ricordate che questi sono i veri salotti del paese, approfittatene per parlare con la gente che fa la fila con voi, imparerete tante cose utili. Create nuove amicizie e coltivate la pazienza.
Il giardino e la casa sono invasa da insetti (cosiddetti) nocivi. Come li evito? Imparate a gestire un giardino tropicale per limitare (non la impedirete mai del tutto) la loro presenza e per il resto imparate a conviverci. Non morirete. E poi ricordatevi che gli unici veri esseri nocivi qui siamo proprio noi che ci comportiamo spesso come virus infestanti. Gli animali vivono nel loro perfetto equilbrio con una biodiversità che è la più alta al mondo e siamo noi a dover convivere nel loro ambiente Se no perché non restare nella nostra asettica e puzzolente metropoli o paesello natio dove ogni tanto si vede ancora un passerotto?
Questo paese è troppo caro. Diventa sempre più difficile viverci.Vero ma solo dal nostro punto di vista, perché la gente del posto ci vive con fatica è vero con uno stipendio medio-alto di 700 dollari, ed anche molto meno, ma non comprano pasta italiana, olio extra vergine, vino e altre prelibatezze cui (perché no?) molti di noi non riescono a rinunciare. Imparate ad andare nei market economici, fate gruppi di acquisto, mangiate frutta tropicale e vivrete bene spendendo relativamente poco. Se guadagnate molto meglio per voi. Potrete pagare gli operai e dipendenti un poco di più della miserabile paga che chiedono e ve ne saranno grati. Potrei continuare con molti altri esempi ma la conclusione è sempre la stessa: questo posto va vissuto per quello che è: valorizzandone le straordinarie qualità e guardando con distacco le inevitabili difficoltà di ogni giorno che, ricordiamolo sempre, SOLO NOI definiamo così.
Non vi sto esortando alla rassegnazione ma all’equilibrio che nasce dalla consapevolezza della realtà. Per i Ticos, che sono i veri custodi della loro terra, che amano profondamente, tutto questo è la assoluta normalità che sta alla base del PURA VIDA. Vivevano bene prima che arrivassimo noi, vivono bene adesso e lo faranno in ogni caso anche senza di noi. Chi non riesce a viverci sereno e ama lamentarsi, orribile vizio tutto italiano, non deve dimenticare le ragioni per cui è andato via. Se poi alla fine ritiene che si stesse meglio nel proprio paese la strada del ritorno è sempre aperta. In ogni caso sarà stata un’esperienza che valeva la pena di fare e se nessuno da qui vi manderà mai una cartolina… pazienza.